top of page

CROCETTA

 

 

 

Anno di costruzione: 1909 (Bagni) - 1909 (Lavatoio)

Anno di inizio attività: 1909 (Bagni) - 1910 (Lavatoio)

Anno di chiusura attività: 1980 (Bagni) - 1974 (Lavatoio)

Indirizzo: via Dego, via G. da Verrazzano 

Destinazione d'uso originaria: Bagno e Lavatoio

Destinazione d'uso attuale: centro culturale

Progettista: Ing. Camillo Dolza

 

Nel 1906 la Città di Torino acquista un terreno in Borgo Crocetta con l'obiettivo di realizzare un bagno e lavatoio pubblico. 

La Giunta Municipale delibera: 

 

"Da tempo è reclamata dagli abitanti del Borgo CRocetta, la costruzione di uno stabilimento di bagni popolari e di un lavatoio; ma le difficoltà di trovare un'area adatta al prezzo conveniente non permise alla civica Amministrazione di soffisfare ai legittimi desideri della numerosa popolazione, specialmente operaia, della regione. 

Della questione si interessò anche la benemerita Società torinese per la abitazioni popolari, la quale ottenne dai signori conti Radicati di Brozolo Cesare e Giuseppe la promessa di vendita alla Città di un appezzamento di terreno di circa metri quadri 1427 [...] situato di fronte alle nuove case popolari nella via a denominarsi compresa tra le via Colli e Morosini, al prezzo di lire 10 al metro quadro." 

 

Nel 1907 la Giunta delibera la costruzione. L'edificio, progettato dell'ingegnere Camillo Dolza dell'Ufficio Tecnico Comunale, prevedeva un corpo centrale al angolo dove erano collocati, a piano terra, un atrio, la biglietteria e al piano primo l'alloggio del custore e due corpi laterali con coperture piane terrazzate destinate rispettivamente agli uomini e alle donne. Nei sotterranei erano collocati il deposito per i combustibili e il locale caldaia per l'acqua calda. 

I prospetti erano in parte decorati con intonaco colorato in parte in mattoni faccia a vista, scanditi da lesene e cornici marcapiano. I serramenti esterni in ferro, le porte esterne in legno di noce o abete rosso d'America, le porte interne in legno dolce. I pavimenti dei bagni e del lavatoio propriamente detti in battuto di cemento, mentre quello degli altri locali in palchetto di legno o piastrelle a terra compressa. La copertura in tegole piane di colore rosso con travature in legno di larice d'America. 

Una struttura, dunque, del tutto analoga a quella già realizzata in Borgo San Salvario e che negli stessi anni veniva realizzata in Borgo Vanchiglia

 

Il lavatoio, realizzato in aderenza ai bagni, sopitava al piano terreno un ampio salone, illuminato da ampie vetrate in ferro e coperto in parte da un tetto piano, al piano primo si trovavano l'abitazione del custode e la segreteria. 

La sala di lavaggio era collocata, per motivi di convenienza di limiti d'altezza, due metri più in basso del livello stradale e vi si accedeva da una scala. Il locale, inoltre, per ovviare eventuali problemi di umidità, era dotato di un'intercapedine che lo isalava dal terreno circostante. 

A causa di numerosi ritardi buracratici, la costruzione dei bagni venne realizzata solo nel 1909. 

 

Il progetto dei bagni prevedeva due locali ampi, ben illuminati ed areati per le cabine, disposte su due serie laterali, 3 per vasca e 9 per doccia nelle sezione femminile e 3 per vasca e 12 per doccia in quella maschile. 

Il riscaldamento e la ventilazione erano assicutati da radiatori a vapore a bassa pressione, collocati lateralmente alle corsie di disimpegno delle cabine in appositi vani ricavati fra ogni coppia di cabine, evitando l'ingombro ed garantendo l'isolamento dal pubblico e da eventuali danni.  

 

L'impianto di riscaldamento, in inverno, era abbinato ad un sistema di ventilazione ottenuta artificialmente per mezzo di tubi nervati riscaldati dal vapore, collocati in appositi canali di aspirazione che avevano sfogo sul tetto. L'aria di ricambio veniva introdotta dall'esterno mediante apposite canalizzazione nel sottosuolo del sotterraneo.

Nell'estate, invece, quando l'impianto di riscaldamento non era in funzione, la ventilazione era naturale ed era garantita dalle vetrate al soffitto in cui apposite aperture conducevano l'aria viziata e l'umidità. 

 

L'impianto per il riscaldamento dell'acqua era collocato nei sotterranei. L'acqua, fornita dalla condotta municipale, entrava in un primo serbatoio di ferro e per mezzo di apposite valvole passava in parte in un secondo serbatoio che caricava le caldaie e in parte andava direttamente alle bocche di erogazione e seviva per la miscela. Parte dell'acqua calda prodotta veniva usate per le docce e parte per il lavatoio. 

 

La costruizione del lavatoio comportò maggior tempo, nel 1909 vennero posate in opera le vasche in pietra artificiale levigata per il lavaggio e il lavatoio entrò in funzione soltanto nel 1910.  

 

Il prezzo d'ingresso ai bagni era di 0.50 lire per il bagno in vasca e di 0.25 per le docce, 5 centesimi per un pezzo di sapone e 10 centesimi un lenzuolo in più di quelli assegnati.

Il prezzo d'ingresso ai lavatoi era di 0.05 nei giorni pari (per mezza giornata d'uso di una vasca) e gratuito nei giorni dispari.   

 

Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, i sotterranei vennero adibiti a rifugio anti-aereo per la sicurezza dei custodi. 

 

Nel 1974 il lavatoio venne dismesso per riduzione di affluenza.

I bagni rimasero in attività fino al 1980, quando vennero chiusi e riconvertiti in Uffici dell'Anagrafe, del Consiglio di Circoscrizione e Centro d'Incontro.

Nel lavatoio, i lavori di ristrutturazione comportarono: l'inserimento di un nuovo solaio, comportando l'abbassamento di quota del piano pavimento del lavatoio e un importante intervento di sttomurazione per tutto il perimetro; la realizzazione di una balconata e di un serramento a tutt'altezza.  

Nel bagno (manica verso via Dego), i lavori comportarono: la realizzazione di un solaio internedio in modo da ottenere due piani. 

 

Attualmente la struttura ospita in Centro culturale di aggregazione del quartiere. 

 

 

@bagnipubblici - tutti i diritti riservati

bottom of page